Elite, recensione della seconda stagione: chi sono i colpevoli?

Elite 2 recensione: com’è la nuova stagione trasmessa su Netflix

 

Venerdì scorso la piattaforma streaming Netflix ha rilasciato la seconda stagione della serie tv spagnola Elite, composta da 8 puntate, ambientata nella prestigiosa scuola superiore di Las Encinas. Se nella prima parte il mistero ruotava intorno alla morte di Marina, in questa stagione risentiamo ancora della presenza della ragazza, perché suo fratello Guzmàn è comprensibilmente in lutto e il vero assassino non è stato arrestato, ma a questo si aggiunge un altro enigma: che fine ha fatto Samuel? Il giovane risulta scomparso dopo una festa e, per giorni, non si hanno sue notizie e molti iniziano a credere che sia morto.

Da adesso in poi ci saranno alcuni SPOILER di questa stagione, quindi se non l’avete ancora finita, non continuate la lettura.

Ho iniziato e concluso la prima stagione della serie solamente la settimana scorsa, perché ne avevo rimandato a lungo la visione, quindi ho dovuto aspettare pochi giorni per questa seconda parte e ammetto di non esserne rimasta delusa, tranne che per i comportamenti di alcuni personaggi. La storia è incalzante come quella della prima stagione, in ogni puntata il presente si alterna con i flashback di ciò che è successo prima di arrivare a quel punto e la curiosità aumenta man mano. Samuel, nonostante sia comunque arrabbiato con suo fratello Nano per il suo stile di vita, crede ancora nella sua innocenza, a differenza di Guzmàn che quasi vorrebbe morti entrambi, e si immischia in losche faccende con la madre di Rebeca, nuovo personaggio che ha acquistato la casa dei Nunier. Il ragazzo, però, si era anche avvicinato molto a Carla, per far sì che lei confessasse la sua implicazione nell’omicidio di Marina, anche se in realtà è stato Polo l’artefice, che si confida con Ander e con la nuova ragazza, Cayetana. Sembra quindi che chiunque possa avere un movente per avergli fatto del male, ma nulla è come sembra. Questa è proprio la cosa che ho apprezzato maggiormente della trama di questa seconda stagione, perché a primo impatto sarebbe potuto sembrare tutto ripetitivo e abbastanza assurdo, due omicidi nell’arco di un anno, ma invece non è stato così, anzi, abbiamo visto un avvicinamento e una complicità tra Samuel e Guzman. Ciò che invece non mi è piaciuto molto, è stato il tentativo di snaturare alcuni personaggi o, comunque, di fargli fare cose assurde, come coprire un assassino o di allontanare quasi tutte le coppie che abbiamo amato nella prima parte. Il comportamento di Ander è abbastanza assurdo, ha preferito difendere Polo e continuare a far soffrire Guzmàn che chiedeva solamente giustizia. Mi dispiace anche che sia stato dato pochissimo spazio ai personaggi di Christian, scomparso dopo le prime due puntate, e di Nano, visto per lo più solamente in carcere. 

Il colpo di scena finale è stato gestito molto bene, perché fa capire che la storia non si è ancora conclusa (anche se queste serie sembrano mostrare sempre un lavoro inefficace della polizia e delle autorità in generale) e fa venir voglia di guardare anche la terza stagione, che è già stata confermata, ma della quale non sappiamo ancora la data di uscita. 

 

 

 

 

 

 

Ilaria

Diplomata al liceo scientifico e laureata in fisioterapia, ha la passione per le serie tv, la cucina e le recensioni.