Coltivazione della cannabis indoor: consigli da non perdere
Coltivare la cannabis in contesti indoor è una scelta che sempre più persone con questo hobby fanno. Quali sono i consigli da seguire per avere maggiori chances di ottenere raccolti di qualità? Essenziale, prima di tutto, è la scelta del seme.
In questo articolo del blog di Sensoryseeds, seed bank conosciuta in tutto il mondo, puoi scoprire tutte le informazioni su 3 semi autofiorenti indoor veloci, ideali per i coltivatori alle prime armi che allestiscono lo spazio dedicato alla cannabis in casa e hanno poco tempo e poco budget a disposizione.
Il secondo step sul quale soffermarsi riguarda il luogo specifico. Quando si parla di cannabis coltivata indoor, la prima immagine che viene in mente è quella delle piantine in cucina e in salotto. Di spazi domestici utili allo scopo ce ne sono diversi!
Giusto per citare due esempi, chiamiamo in causa il garage, un contesto caratterizzato dal grande vantaggio della freschezza in estate e dal clima temperato in inverno, il che consente di risparmiare denaro altrimenti impiegato per l’acquisto di impianti di condizionamento.
Si può optare anche per la soffitta, altro ambiente che garantisce un comfort climatico interessante (oltre che la massima discrezione). In questo caso, però, bisogna considerare il contro dell’assenza, nella quasi totalità delle situazioni, di una presa di corrente.
Come scegliere il substrato
Una volta scelta la tipologia di seme e selezionato il luogo, arriva il momento di focalizzarsi sul substrato. Quando si coltiva cannabis indoor, le opzioni da considerare sono due. Ecco quali:
- Coltivazione nel terreno, massima garanzia per quanto riguarda la qualità del raccolto.
- Idroponica: in questo caso, il coltivatore può apprezzare un livello di controllo maggiore relativamente ai nutrienti somministrati alla pianta, con tutti i pro che ne conseguono per chi è alle primissime armi con la coltivazione della cannabis.
Nel prossimo paragrafo, parliamo di un tema di massima importanza, spesso dato per scontato o approcciato pensando solo alle mode del momento: la scelta della varietà.
Varietà di cannabis per la coltivazione indoor: qual è la migliore?
Quando si inizia a coltivare cannabis in casa e ci si trova allo step della scelta della varietà, si ha a che fare con una gamma di opzioni a dir poco ampia.
Come orientarsi? Se ci si rivolge a un breeder esperto, è normale sentirsi raccomandare quasi sempre il focus sulla cannabis indica o sulle varietà con questa predominanza.
Come mai? Perché, in questo caso, si può apprezzare l’oggettivo vantaggio della fioritura rapida. Da non dimenticare, inoltre, è la generale compattezza, aspetto a dir poco interessante nel momento in cui si ha a che fare con le coltivazioni indoor e con la necessità di ottimizzare gli spazi.
Questo non vuol dire che la cannabis sativa sia da scartare per ragioni di qualità. Bisogna però riconoscere che le piante di questa varietà raggiungono altezze che possono non essere semplici da gestire per i breeder domestici, in particolar modo se non molto esperti.
Temperatura e umidità
Anche quando si ha a che fare con semi a fioritura rapida, il focus sulla temperatura e sull’umidità è cruciale per i coltivatori di cannabis indoor. Essenziale è distinguere le varie fasi di crescita della pianta.
Durante quella vegetativa, fai attenzione a tenere la temperatura entro un range compreso tra i 22 e i 28°C. Lato umidità, invece, i parametri ideali sono compresi tra il 40 e il 70%.
Nel caso in cui tu volessi cimentarti in indoor con la coltivazione di una varietà a predominanza sativa (se ti interessa approfondire meglio le differenze rispetto alla indica, qui trovi diverse informazioni interessanti), sappi che le piante sono, in media, in grado di tollerare ambienti con condizioni di temperatura leggermente più estreme rispetto a quelle che, invece, sono ideali per la indica.
Quando inizia la fase di fioritura, invece, la temperatura perfetta dovrebbe essere compresa tra i 20 e i 26°C.